Attività

Attività 1

Al Novara Taranta Fest hai la possibilità di avvicinarti al mondo dei balli popolari tradizionali del Sud Italia, in particolare della “pizzica”, danza tradizionale salentina. È una danza trascinante e simbolica, che con il suono incalzante del tamburello e i canti in dialetto salentino,  trasmette passionalità e gioia.
Abbiamo organizzato 2 stage che si terranno nei pomeriggi di sabato 28 e domenica 29 settembre alle ore 17 per la durata di circa 1 ora – 1 ora e 30, nell’area food allestita nel piazzale antistante il palazzetto, tenuti da insegnanti di comprovata formazione ed esperienza, accompagnati da musicisti dal vivo.
La pizzica è adatta a tutti, anche a chi non ha mai ballato ed ha voglia di sperimentarsi, si consiglia scarpe e vestiti comodi, per le donne meglio se con gonna e foulard.

Cenni sulla Pizzica

La pizzica, o, detta nella sua forma più tradizionale pizzica pizzica, è una danza popolare attribuita oggi particolarmente al Salento, ma in realtà era praticata sino agli anni ’70 del XX sec. in tutta la Puglia centro-meridionale e in Basilicata. Fa parte della grande famiglia delle tarantelle, come si usa chiamare quel variegato gruppo di danze diffuse dall’Età Moderna nell’Italia meridionale. Questa danza è legata ai riti tradizionali per curare coloro che, morsi – realmente o simbolicamente – da un ragno, trovavano sollievo per le proprie sofferenze ballando, finché non arrivava la guarigione. Oggi che il fenomeno del tarantismo è scomparso, questo antico significato della pizzica, come danza terapeutica, si è trasformato, ma lo schema del ballo ripercorre simbolicamente il gesto di schiacciare il ragno e il processo liberatorio che avviene con la danza

Esecuzione

Nella pizzica pizzica si balla in coppia, non necessariamente formata da individui di sesso diverso. A differenza di quanto molti immaginano, la pizzica pizzica tra uomo e donna non era necessariamente una danza di corteggiamento. Per maggior chiarezza, bisogna distinguere oggi le forme delle pizziche tradizionali, che variavano anche da zona a zona, da quelle in gran parte reinventate dalla moda giovanile in uso dalla metà degli anni ’90, oggi indicate col temine di “neo-pizzica“. La pizzica pizzica tradizionale apparteneva all’ampia famiglia delle tarantelle meridionali: le figurazioni basilari erano:

il ballo (parte frontale)
il giro
le rotazioni
le figure legate per mano o per braccia.

Posture e atteggiamenti dei corpi si rifacevano ad un linguaggio corporeo forte ed energico, ma anche serio e rituale, tipico della cultura contadina. La “neo-pizzica” ha mutuato le forme oggi più diffuse del ballo dagli ambienti folkloristici e dall’imitazione di modelli coreutici mediatici (tango, flamenco, ecc.), esaltando le intenzioni e le emozioni dei ballerini. Sui alcuni passi base i ballerini ci ricamano, anche inventandoli, una gran varietà di passi e movimenti, che fanno oscillare la danza tra fasi di calma, di studio dell’altro o attesa a fasi più frenetiche caratterizzate da forti battiti dei piedi sul suolo, veloci e vorticosi giri su se stessi, brevi inseguimenti, allontanamenti e repentini avvicinamenti e incroci tra i due ballerini. Il tutto condito dall’euforia dei suoni e delle grida che si scatenano dalla ronda, ossia quel tipico cerchio, composto da musicisti, aspiranti ballerini o curiosi, che si forma spontaneamente dando vita al momento del ballo.

Caratteristico della pizzica pizzica è il fazzoletto, accessorio immancabile nell’abbigliamento di un tempo, che veniva usato nel momento del ballo per invitare, sventolandolo, il partner prescelto. Oggi è molto abusata la credenza che vuole il fazzoletto come “simbolo d’amore”. E’ più probabile che esso venisse utilizzato per animare maggiormente la danza.

Nella danza della pizzica pizzica i ruoli, i sessi e la loro rappresentazione erano e sono molto marcati. Fermo restando che entrambi i ballerini, sia uomini che donne, tengono durante il ballo una postura eretta e composta, i passi che essi eseguono variano e si alternano tra momenti speculari e momenti “complementari”. Alle donne va naturalmente il compito di esprimere al meglio, anche attraverso gli accessori tipici dell’abbigliamento femminile (gonne, foulard, scialli), la propria bellezza e femminilità, con passi molto più composti di quelli degli uomini, anche se non mancano i momenti di euforia con brevi corse e giri su se stesse. Le mani della donna spesso sono ferme a reggere la lunga gonna, ed in ogni caso le sue braccia restano sempre chiuse, o protese leggermente in avanti. L’uomo invece, naturalmente, ha il dovere di esprimere, durante la danza la propria virilità, la propria forza, la propria atleticità, e questo compito lo svolge con salti più alti e più marcati, con movimenti più secchi e repentini, con le proprie braccia tese e aperte come a voler circondare o abbracciare a distanza la donna. In ogni caso, a rendere più o meno movimentato il ballo è la donna, che attraverso piccole fughe, guizzi, repentini stop e ripartenze, stuzzica l’uomo ad inseguirla, a “braccarla” delicatamente, per poi affrontarlo con giochi di piedi e di sguardi.

FONTE: wikipedia.org/wiki/Pizzica

Passi

– Passo saltellato: saltello sul posto a piedi alternati, strisciando leggermente il piede sul terreno. I saltelli possono essere contenuti o molto vigorosi, il peso del corpo passa da un piede all’altro. Si tratta soprattutto di un saltello sul posto molto veloce a piedi alternati.
– Passo puntato: un piede rimane fermo, l’altro, posto in avanti, si muove lateralmente verso destra e sinistra.
– Camminata cadenzata: per comminare in circolo si fanno dei passettini poggiando il peso del corpo su un solo piede in modo tale da avere una camminata con una cadenza solo su un lato del corpo. Le spalle sono dritte, le braccia aperte all’altezza delle spalle o sui fianchi.

Coreografie

Ballo circolare: si procede in senso antiorario, con la possibilità di ruotare; i ballerini si muovono descrivendo un cerchio per terra e disponendosi ai vertici del diametro del cerchio.
Ballo frontale: si utilizza il passo puntato in modo sincronico.
Allontanamento-avvicinamento: allontanamento e avvicinamento dei ballerini con il passo saltellato.
Giro per mano (o per fazzoletto): come il giro grande ma a distanza più ravvicinata, i ballerini si prendono per mano e girano (questa figura spesso si usa all’inizio della danza).
Rota: breve rotazione su se stessi dei ballerini, collocata di tanto in tanto durante il ballo frontale o il giro grande.
Avvicinamento: accenno di accostamento dell’uomo, con saltelli.

Attività 2 Attività 3 condotto da Sabrina Sileo e Francesca Muscillo con i Mareluna Attività 4

Attività 5

Propedeutica: equilibrio, consapevolezza del corpo e dei movimenti, significato del giro e della ronda, ballo sul tamburo. Spiegazione e dimostrazione dei passi base della pizzica e accompagnamento live finale con ballo libero.

Attività 6Attività 7condotto da Valentina Panera con La Tela di Arachne    Attività 8

Attività 9

In questo stage vedremo la pizzica tradizionale del basso salento con l’ ascolto e la comprensione del ritmo ed esercizi di riscaldamento e percezione corporea.
Vedremo la gestualità e le intenzioni nel ballo di coppia, la comunicazione nella danza, l’apprendimento dei passi principali.

La quota di partecipazione al singolo stage è di Attività 10 a persona.

Attività 11

Lo showcooking di a nonna, le ricette di chi ne sa!

Domenica mattina alle ore 11 potrete assistere ad uno showcooking dedicato alle ricette e ai segreti di alcuni piatti tradizionali della cucina salentina, tenuto da cuochi che non hanno imparato a cucinare a scuola ma seguendo i consigli e gli insegnamenti delle nonne.

Le 2 tipiche, semplici ma gustose, ricette di cui scopriremo la storia, le tradizioni e la preparazione sono i “pisieddhi cu li morsi” (pezzetti di pane raffermo fritto con piselli secchi e cime di rapa) e le “fave nette cu le cicorie ‘nfugate” (purea di fave con cicoria stufata).

La quota di partecipazione è di Attività 12 a persona e da diritto ad un posto nelle prime file davanti alla postazione dei cuochi e alla fine dello showcooking ad una degustazione delle ricette spiegate, accompagnate da un buon bicchiere di vino primitivo.

Attività 13

Friselle, pittule, frittini, pezzetti di cavallo, orecchiette alle cime di rapa, bombette, polpette al sugo, pasticciotti ed altri piatti tipici della cucina tradizionale salentina saranno preparati al momento dai cuochi dell’Associazione Salentini Novaresi in collaborazione con lo staff della Trattoria dello Stadio nelle cucine dell’area food allestita nel piazzale antistante il palazzetto.

Tutti e 3 i giorni del festival per merenda, aperitivo, cena e per tutta la serata con un menù alla carta, mentre i pranzi di sabato 28 e domenica 29 con un menù a prezzo fisso solo su prenotazione.